Il mio vicino Totoro

Nella Tokyo degli anni cinquanta vivono le sorelline Satsuki e Mei, che si stanno trasferendo col padre a Tokorozawa, un piccolo paesino di campagna più vicino all'ospedale nel quale la loro mamma è ricoverata. Girando per la campagna incontrano alcuni spiritelli della fuliggine, che occupano le vecchie case abbandonate e che solo i bambini possono vedere. Quando Mei segue due di questi spiritelli fin dentro ul grande albero, incontra Totoro, uno spirito gigantesco che sembra un incrocio tra una talpa, un orso e un procione. La sua immagine compare sul suo libro di fiabe, che lo indica come un troll, ma la bambina ne storpia il nome in "totoro". Inizialmente Satsuki e il padre non possono vederlo, perché vederlo è un privilegio che non è concesso a tutti. Una sera, mentre le due bambine vanno incontro al padre alla fermata dell'autobus sotto la pioggia, incontrano Totoro, che aspetta il "Gattobus", un autobus peloso con un muso di gatto e 12 zampe, che si muove a grande velocità superando qualunque ostacolo, assecondato dagli alberi che si scostano al suo passaggio. Satsuki offre un ombrello a Totoro, che le regala dei semi da piantare nel giardino della casa, che spuntano già il giorno dopo. Quando Mei, arrabbiata perché la madre non può ancora tornare a casa, decide di andare in ospedale per darle una pannocchia di granturco raccolta nel giardino della nonna, finisce per perdersi. Satsuki chiede aiuto a Totoro, che chiama il Gattobus, per farsi portare prima da Mei e poi dalla madre delle bambine.