Questo glossario raccoglie una serie di termini particolari propri degli anime e dei manga, che ormai sono diventati di uso comune tra gli
otaku di tutto il mondo. Non solo termini adoperati nelle varie opere, ma anche parole che riguardano l'universo dell'animazione giapponese o le categorie dei manga. Più che un vero
dizionario, l'intenzione è quella di mettere insieme i termini più rilevanti, per riunirli in una specie di prontuario, in continuo aggiornamento.
A
Aizoban: speciali volumi manga in edizione limitata e di qualità editoriale alta, che differiscono dal tradizionale
tankobon per una migliore qualità della carta, per la presenza di extra, per le copertine ridisegnate e per la sovraccoperta.
Akuma:
demonio, termine generico che identifica le creature demoniache.
Amaterasu: dea del sole della religione shintoista, nata dall'occhio sinistro di Izanagi.
AMV:
Anime Music Video, filmati amatoriali di breve durata, composti da un montaggio di scene tratte da anime (anche diversi) con un brano musicale per colonna sonora.
Anime: abbreviazione di
animeshon (traslitterazione dell'inglese
animation), è il termine che indica le serie animate giapponesi, sia quelle prodotte per la televisione che quelle per il cinema o per il mercato dell'home video.
Anime comics: fumetti che si presentano come dei manga a colori, in realtà sono realizzati con i fotogrammi degli anime, ai quali vengono aggiunti i fumetti con il testo.
Anoo: letteralmente significa
scusa, ma si tratta più che altro di un termine usato per richiamare l'attenzione del proprio interlocutore.
Arigatou gozai mashita: formula di ringraziamento (solitamente accompagnata dal tipico inchino giapponese, protendendo il busto e il capo in avanti), si può tradurre come
molte grazie. Quando si usa solo
arigatou si vuole ringraziare in maniera meno formale.
Domo arigatou sta invece per
grazie mille (spesso sintetizzato in
domo).
B
Ba: usato anche nella forma più onorifica
oba, significa
zia e viene usato anche nei confronti di adulte, inoltre in base al suffisso che lo accompagna acquisisce significati diversi indicanti il rispetto e la familiarità.
Baa: usato anche nella forma più onorifica
obaa, significa
nonna e viene usato anche nei confronti di anziane (in maniera molto rispettosa e senza alcun accento offensivo), inoltre in base al suffisso che lo accompagna acquisisce significati diversi indicanti il rispetto e la familiarità.
Baka: letteralmente
idiota, usato molto spesso negli anime, indirizzato specialmente nei confronti di quei personaggi che non brillano per l'ingegno.
Bento: vassoio con coperchio contenente un pasto da consumare
al sacco, all'aperto per un pic-nic oppure a scuola o in ufficio. Il vassoio contiene diversi tipi di cibi, separati dai divisori interni, disposti secondo un disegno estetico, talvolta in modo da raffigurare un volto, un personaggio degli anime o un edificio.
Bishojo: prototipo di ragazza giovane e carina
Bishonen: prototipo di ragazzo giovane dal fisico esile e vagamente androgino, che piace ad entrambi i sessi.
Bunkoban: speciale formato per i volumi manga caratterizzato da dimensioni più ridotte (10x15 cm), maggior numero di pagine e copertine apposite, oltre ad avere una migliore qualità editoriale rispetto ai tradizionali
tankobon.
Bushido: è la
morale del guerriero, ossia il codice di condotta del samurai, simile al concetto occidentale di cavalleria. Il codice si fonda su sette concetti fondamentali: giustizia (
gi), coraggio (
yu), compassione (
jin), cortesia (
rei), sincerità (
shin), onore (
meiyo), lealtà (
chugi). Il samurai doveva praticare la giustizia con coraggio, ma doveva avere la capacità di mostrare compassione e di essere gentile e sincero; doveva mantenere il proprio onore ed essere sempre leale.
C
Chan: suffisso onorifico che segue il nome di una persona, viene usato per indicare estrema cordialità e confidenza, può essere considerato una sorta di diminutivo o vezzeggiativo. Le forme infantili
chin e
tan hanno significati esagerati oppure ironici.
Chibi: stile grafico caricaturale (definito
super-deformed) che presenta i personaggi con tratti tondeggianti e occhi e testa enormi. Utilizzato talvolta negli anime e manga (molto presente ad esempio in
Slam Dunk) per le scenette comiche o per bonus video divertenti.
Chikan: sottogenere dell'hentai, nel quale le scene si svolgono in treno o in metropolitana, e viene mostrata generalmente una ragazza che viene molestata in pubblico.
Chikara: può essere inteso sia come
forza fisica che come
potere, sia politico-militare che spirituale.
Chotto: letteralmente
un attimo, comunemente usato nella formula
chotto matte (o la più formale
chotto matte kudasai), ossia
aspetta un attimo.
Cosplay: consiste nel mascherarsi con il costume di un personaggio dell'universo manga, interpretandolo nel modo di agire. Questa rappresentazione si svolge nel corso di eventi dedicati, come fiere del fumetto oppure veri e propri contest.
Crossover: incrocio narrativo tra serie diverse, generalmente utilizzato per episodi televisivi speciali, ma anche per manga e fumetti (essendo una pratica diffusa anche in occidente).
D
Daijobu: letteralmente
tutto bene, è una formula interrogativa con la quale si chiede all'interlocutore se c'è qualche problema, offrendo implicitamente il proprio aiuto.
Daimyo: signori feudali facenti parte della nobiltà giapponese. A volte il termine veniva usato per indicare i capi dei clan principali.
Daisho: indica la coppia di spade del samurai, ossia la
katana (
dai, lungo) e la
wakizashi (
sho, corto), che venivano portate alla cintura, la katana sul fianco e la wakizashi sul ventre.
Dandere: personaggio in apparenza tranquillo e privo di emozioni, che si rivela dolce e simpatico con le persone con le quali vince la timidezza.
Dare: pronome interrogativo, letteralmente
chi.
Dattebayo: così come
dattebane non è un un termine traducibile, ma si tratta semplicemente di un rafforzativo messo al termine di una frase per enfatizzare e rafforzare l'espressione di un concetto.
Demo oppure
shikashi, letteralmente
però, congiunzione avversativa, con la quale si aggiungono precisazioni e correzioni a quanto detto.
Dojikko: prototipo di ragazza carina ma goffa.
Dojo: letteralmente significa
luogo in cui si segue la via, nel significato antico nel termine è riferito ai templi dove si addestravano i monaci buddhisti, per acquisire in seguito anche il significato di palestra nella quale si studiano le arti marziali. Il termine più esatto per tradurre il termine è
tempio, in quanto anche le palestre di arti marziali sono dei veri e propri luoghi di culto per le civiltà orientali.
Doko ni: avverbio di luogo in forma interrogativa, letteralmente
dove.
Dono: suffisso onorifico che segue il nome di una persona e che indica un rispetto particolare nei confronti degli estranei, una forma che si può collocare tra il
sama e il
san.
Dorama: serie televisive giapponesi, in genere di carattere drammatico.
Dou itashimashite: formula di risposta ad un ringraziamento, letteralmente
di nulla.
Doujinshi: riviste giapponesi di carattere amatoriale nelle quali vengono pubblicate principalmente delle storie a fumetti e sulle cui pagine hanno debuttato molti famosi mangaka.
Doozo:
prego, lo si usa quando si offre qualcosa ad una persona.
E
Ecchi: genere manga dai contenuti pornografici, nei quali viene mostrato esplicitamente il rapporto sessuale. In occidente viene invece usato per identificare i manga di contenuto erotico.
Ending: sigla finale di un episodio anime, spesso presente anche nei lungometraggi d'animazione. Generalmente le sequenze mostrate sono tutte originali e non presenti nell'anime.
Etto: traducibile con
ehm, esclamazione che imita un colpo di tosse, per esprimere reticenza, esitazione o imbarazzo, per richiamare l'attenzione di qualcuno senza che questi se ne accorga o per interrompere un discorso compromettente.
F
Fanservice: si tratta di contenuti inseriti in un anime con il semplice scopo di compiacere i fan (un
servizio per i fan, appunto), come possono per esempio scene di nudo o in costume da bagno oppure citazioni facilmente individuabili. Non sono funzionali alla trama dell'opera, ma vengono inserite solo per andare incontro ai gusti del pubblico.
Fansub: termine che deriva dalla fusione di
fan (
appassionato) e
sub, abbreviazione di
subtitle (
sottotitolo), che indica i video anime con dei sottotitoli realizzati in maniera amatoriale.
Filler: è il termine che indica gli episodi di una serie anime che sono avulsi dalla storia del manga e che hanno una sceneggiatura originale. Il loro scopo è quello di allungare la serie quando la storia raggiunge (o si avvicina troppo) la trama del manga da cui è tratto. Spesso si tratta di episodi speciali oppure di omaggi pieni di fanservice, il loro uso è notevolmente aumentato con gli anni perché sempre più spesso gli anime di una serie cominciano a poca distanza dall'uscita del manga (un esempio è l'anime
Bleach, composto di 366 episodi, con un centinaio di episodi filler). Talvolta capita che alcune serie vengano riproposte tagliando gli episodi filler e con qualche piccola modifica: è il caso di
Dragon Ball Kai.
G
Gaiden: letteralmente significa
biografia alternativa, indica le storie alternative di una serie, ad esempio ambientate in altri universi o in altri periodi temporali, costituendo spesso degli spin-off della serie principale.
Gaki: letteralmente
moccioso, ragazzino, monello, usato nei confronti di ragazzini dispettosi.
Ganbare: esclamazione d'incitamento, può essere tradotto come
buona fortuna, la formula
ganbare mina è rivolta a più persone, significa
buona fortuna a tutti.
Gekiga: sottogenere di
seinen e
josei caratterizzato da storie di contenuto drammatico, indirizzate ad un pubblico adulto.
Gensakusha: sceneggiatore di fumetti che collabora con il mangaka alla realizzazione di un manga. Sono autori che non si occupano di disegni, come ad esempio "
Buronson" Yoshiyuki Okamura (
Hokuto no Ken), Masami Kurumada (
Saint Seiya) e Tsugumi Oba (
Death Note e
Bakuman).
Gochi soo sama deshita: tipica espressione di fine pasto, che vuol dire
era tutto delizioso,
è stato un pasto delizioso. In termini meno formali viene usato anche solo
gochi soo sama.
Gomen nasai:
mi dispiace, classica espressione di scusa per qualche errore che si è commesso. Usato anche in forma
gomen ne, letteralmente
scusami.
Graphic novel: fumetti dalla struttura narrativa tipica del romanzo, che sono rivolti ad un pubblico adulto e presentano delle storie autoconclusive. Esempi del genere si trovano in tutto il mondo, come il
Contratto con Dio di Will Eisner,
Maus di Art Spiegelman,
L'Eternauta di Héctor Germàn Oesterheld e Francisco Solano López,
o Una ballata del mare salato di Hugo Pratt,
Ghost in the Shell di Masamune Shirow.
H
Hai: formula di affermazione, letteralmente
sì.
Haiku: componimento poetico di tre versi nato in Giappone nel XVII° secolo.
Hajime mashite: formula di saluto per persone appena conosciute, letteralmente
piacere di conoscerti.
Harakiri: termine utilizzato per indicare la cerimonia del
seppuku, il suicidio rituale del samurai.
Hayaku: letteralmente
presto, è un'invocazione esclamativa per spingere l'interlocutore a fare in fretta.
Hentai: genere manga di carattere pornografico, che affronta in particolare tematiche concernenti le anomalie sessuali. In occidente il significato è più generico.
Hikikomori: letteralmente
stare in disparte, indica gli individui che mancano consapevolmente di una vita sociale e che vivono confinati in casa. Si tratta di un disturbo psicologico abbastanza diffuso in Giappone e che spesso viene inserito anche nei manga.
Hime:
principessa, usato non solo nel senso proprio del termine, ma anche come appellativo onorifico o vezzeggiativo.
I
Idaro: esclamazione traducibile come
benissimo, usata in genere come risposta ad una provocazione, in particolare all'inizio di un duello.
Idol: indica un teenager (solitamente una ragazza) molto popolare nel mondo dello spettacolo e della moda in virtù del suo essere carino e aggraziato. Nelle serie manga se ne trovano molti, ad esempio Misa Amane di
Death Note o Kise Ryota di
Kuroko no basuke.
Iee: formula di negazione, letteralmente
no.
Ikebana: l'arte della disposizione dei fiori secondo delle regole precise mutuate dalla tradizione indiana e da quella cinese. Usata spesso per le offerte votive nelle cerimonie buddiste.
Irashaimase: formula di benvenuto nei locali pubblici.
Itadakimasu: letteralmente
mangiamo, equivale all'italiano
buon appetito, in quanto è l'augurio pronunciato prima di iniziare i pasti.
Izanagi: divinità shintoista fratello di Izanami e padre di tutte le divinità. Insieme alla sorella è il creatore del mondo. Uccide il figlio Kagutsuchi, la cui nascita ha tolto la vita alla compagna Izanami e scende agli Inferi per salvare la sposa, che nel frattempo è diventata una divinità infernale e malvagia. Tornato sulla Terra, con un rito di purificazione da origine ad Amaterasu, Tsukuyomi e Susanoo.
Izanami: divinità shintoista sorella di Izanagi e madre di tutte le divinità. Insieme al fratello è la creatrice del mondo. Muore dopo la nascita del figlio Kagutsuchi e, giunta negli Inferi, diventa un demone.
J
Ji: usato anche nella forma più onorifica
oji, significa
zio e viene usato anche nei confronti di adulti, inoltre in base al suffisso che lo accompagna acquisisce significati diversi indicanti il rispetto e la familiarità.
Jidai:
epoca, periodo storico.
Jigai: suicidio rituale praticato dalle donne mediante il taglio della vena giugulare con un coltello
tanto. La pratica veniva usata per prevenire la perdita dell'onore causata da uno stupro o dalla sconfitta del capofamiglia in battaglia. lo jigai era praticato anche dalle bambine, che venivano istruite sin da piccole, e dai maschi con meno di quattordici anni.
Jigoku:
Inferno, regno dei morti dove i dannati scontano per l'eternità le loro colpe.
Jii: usato anche nella forma più onorifica
ojii, significa
nonno e viene usato anche nei confronti di anziani (in maniera molto rispettosa e senza alcun accento offensivo), inoltre in base al suffisso che lo accompagna acquisisce significati diversi indicanti il rispetto e la familiarità.
Jiiji: usato in maniera molto confidenziale, si potrebbe tradurre come
nonnino oppure
vecchietto, usato nei confronti di uomini anziani (che siano o meno i nonni di chi li chiama in quel modo) con i quali si ha un legame di familiarità molto forte, anche indipendentemente dal sangue.
Josei: genere manga, chiamato anche
Redisu, che ha per protagoniste giovani donne. L’amore di scuola o l’elemento fantastico lascia spazio ai problemi della quotidianità reale: marito, famiglia, lavoro, figli. Il realismo e la vita di tutti i giorni sono l’argomento base per questi fumetti.
Jutsu:
tecnica, in alcune serie, come
Naruto, i jutsu sono le tecniche di combattimento, divise in
ninjutsu (tecniche magiche),
taijutsu (tecniche di arti marziali) e
genjutsu (tecniche illusorie).
K
Kaa: usato anche nella forma più onorifica
okaa, significa
mamma e in base al suffisso che lo accompagna indica il rispetto e la familiarità.
Kagutsuchi: divinità shintoista del fuoco, figlio di Izanagi e Izanami, viene ucciso dal padre perché la sua nascita era costata la vita alla dea Izanami.
Kakko ii:
bello, esclamazione che indica stupore per la bellezza o l'eleganza di qualcosa.
Kami:
dio, entità divina superiore.
Kanpai: esclamazione equivalente ai nostri
cin cin o
salute, viene usata per i brindisi.
Kanzenban: speciali volumi manga caratterizzati dal formato più grande (15x21 cm) e dalla presenza di molti contenuti extra e pagine a colori.
Kappa: spiriti dispettosi che abitano fiumi e laghi.
Katana: indica genericamente la spada, intendendo di solito quella a lama curva con taglio singolo di circa 60 centimetri utilizzata dai samurai.
Kawaii:
grazioso, esclamazione che sta ad indicare un alto livello di carineria, tenerezza ed innocenza.
Kodachi: piccola spada di poco più lunga di un normale coltello, che per le sue ridotte dimensioni poteva essere utilizzata anche da chi non apparteneva alla casta dei samurai. Molto simile alla
wakizashi, anche se con la lama più curva, veniva usata talvolta per il rituale del
seppuku.
Kodomo: genere manga rivolto ai bambini, con trame molto semplici e un disegno chiaro e pulito. Il target per queste opere è identificato con i lettori di età inferiore ai 13 anni.
Kohai: persona di pari grado ma più giovane d'età, può essere sia l'allievo più giovane di una scuola o di un dojo che il collega di lavoro con minore anzianità di servizio.
Kokoro cuore, sia in senso fisico che figurato.
Konbanwa:
buonasera, è il saluto usato dopo il tramonto.
Konnichiwa:
buongiorno, utilizzato come saluto durante la giornata (tranne che al risveglio), fino alla sera.
Konnyaro: o
konoyaro è un'imprecazione rivolta a qualcuno o qualcosa, che si può tradurre come
va' al diavolo.
Kotowaru: secco e deciso rifiuto ad una qualsiasi richiesta, vuol dire nello specifico
non voglio oppure
rifiuto.
Kozo: letteralmente
moccioso, ragazzino, viene spesso usato in tono sprezzante nei confronti di persone più giovani.
Kudasai: preghiera formale, letteralmente
per favore.
Kukunochi: dio degli alberi della religione shintoista, figlio di Izanagi ed Izanami.
Kun: suffisso onorifico che segue il nome di una persona, usato tra amici o da persone adulte nei confronti dei ragazzi. Può essere riferito ad entrambi i sessi, ma generalmente è usato per le persone di sesso maschile.
Kundere: personaggio apparentemente freddo e distaccato, che in realtà nasconde i suoi veri sentimenti, che svela solo a poche persone fidate.
Kunai: coltello di lama cuneiforme, facente parte dell'attrezzatura dei guerrieri ninja.
Kunoichi: ninja di sesso femminile, che, oltre ad essere spie ed assassine, svolgevano missioni d'infiltrazione usando come arma la seduzione.
Kusanagi no tsurugi: detta anche
Ama no Murakumo no Tsurugi è la spada che il serpente Orochi della tradizione shintoista conserva nella propria bocca. Dopo aver ucciso Orochi, Susanoo dona la spada a sua sorella Amaterasu.
Kusarigama: arma ninja formata da un falcetto ed un peso d'acciaio tenuti insieme da una lunga catena.
Kuso: letteralmente
maledizione, dannazione, accidenti, in base al tono utilizzato assume significati più o meno "forti"
L
Light novel: romanzo accompagnato da illustrazioni in stile manga.
Lolicon: genere manga che tratta l'amore nei confronti delle ragazzine (il
complesso di Lolita), ed è considerato in molti paesi una forma di pedopornografia.
M
Mada mada da: esclamazione tipica, che vuol dire
non è ancora finita. Di solito qualcuno lo dice durante uno scontro (di qualsiasi tipo sia), per indicare che, nonostante la propria manifesta inferiorità, non ha alcuna intenzione di arrendersi. Molto spesso succede (quasi fosse un rituale apotropaico) che la situazione si capovolga dopo questa esternazione da parte di chi non vuole arrendersi mai.
Maho-shojo: è una sottocategoria del genere manga
shojo, nella quale protagoniste del fumetto sono giovani streghe o fanciulle dotate di poteri magici. Possono agire da sole o in squadra, di solito il loro compito è quello di salvare il mondo o difendere gli oppressi.
Manga: termine che indica le storie a fumetti, è utilizzato fuori dal Giappone per indicare i fumetti giapponesi.
Mangaka: autore di fumetti manga, che realizza i disegni e le sceneggiature. A volte il mangaka si occupa solo della parte grafica, lasciando la sceneggiatura ad un
gensakusha.
Manhua: termine utilizzato per indicare i manga cinesi.
Manhwa: termine utilizzato per indicare i manga coreani.
Masaka: letteralmente vuol dire
impossibile, generalmente usato per tutti i tipi di interiezioni che esprimono sorpresa per un avvenimento inaspettato (come
"non può essere!",
"impossibile!",
"Non ci credo!", etc.).
Mecha: genere manga riguardante i robot, che si caratterizzano per le dimensioni straordinarie, sempre superiori a quelle umane e solitamente più che mastodontiche, e per il fatto di essere comandati da almeno un pilota presente all'interno della struttura metallica di tali veicoli.
Megane: letteralmente
quattrocchi, indica i personaggi che portano gli occhiali da vista e sono tranquille ed appaiono intellettuali.
Meisaku: genere manga su temi di ispirazione occidentale, che deriva dal
Sekai meisaku gekijo (
Teatro di capolavori mondiali), serie di prodotti anime realizzati nei periodi 1975-1997 e 2007-2009 dalla Nippon Animation.
Meitantei: genere manga di ambientazione poliziesca, caratterizzato da serie come il famoso
Detective Conan.
Moe: nel suo significato originale indica l'attrazione verso personaggi di videogames, anime e manga, ma viene usata anche come interiezione per indicare una personaggio
moekko.
Moekko: personaggio timido ed insicuro (generalmente una ragazzina), caratterizzato da una grande ingenuità. In genere si accompagna ad un personaggio dal carattere completamente opposto.
N
Nande: anche nella forma
nandesuka, è una formula interrogativa per chiedere
che cosa c'è.
Nani: pronome interrogativo, letteralmente
che cosa, spesso pronunciato in casi di estrema sorpresa, ad esempio quando l'esito di un combattimento ritenuto concluso si capovolge all'improvviso.
Naruhodo:
capisco,
ho capito, usato molto spesso in chiave ironica per sbeffeggiare il proprio interlocutore. Usato anche nelle formule
sou ka wakarimasu.
Nase da: formula interrogativa traducibile con
ma perché, indica incredulità e sconcerto di fronte a qualcosa che non si riesce a concepire.
Nee: usato anche nella forma più onorifica
onee, significa
sorella, e viene usato non solo nei confronti delle proprie sorelle, ma anche in relazione a ragazze più grandi. Acquisisce significati diversi in base al suffisso che lo accompagna:
nee-san significa
sorellona (usato verso le sorelle maggiori o ragazze più grandi),
nee-chan sorellina (poco comune verso le sorelle minori, è usato invece come vezzeggiativo verso ragazze più grandi).,
nee-sama (poco comune) indica un grande rispetto e risulterebbe più o meno
onorevole sorella.
Nii: usato anche nella forma più onorifica
onii, significa
fratello, e viene usato non solo nei confronti dei propri fratelli, ma anche in relazione a ragazzi più grandi. Acquisisce significati diversi in base al suffisso che lo accompagna:
nii-san significa
fratellone (usato verso i fratelli maggiori o ragazzi più grandi),
nii-chan fratellino (poco comune verso i fratelli minori, è usato invece come vezzeggiativo verso ragazzi più grandi),
nii-sama (poco comune, usato ad esempio da Rukia Kuchiki di
Bleach) indica un grande rispetto e risulterebbe più o meno
onorevole fratello.
Ningen: essere umano.
Ninja: spia esperta nell'arte della mimetizzazione e del combattimento corpo a corpo, oltre all'utilizzo di diverse armi.
Ninjato Spada corta utilizzata dai ninja, portata soprattutto sulla schiena e dotata di una lama diritta di circa 50 centimetri.
Nodachi: spada lunga a due mani, la cui lama supera il metro e mezzo di lunghezza.
Nunchaku: arma tipica dei ninja, costituita da due bastoni uniti da una catena.
Nyaa: suono onomatopeico che imita il verso del gatto, animale molto presente negli anime sia come animale vero e proprio che come personaggio con fattezze o carattere assimilabili ai felini.
O
OAV:
Original Anime Video (usato anche l'acronimo
OVA per distinguere questi video dagli
Original Adult Video), indica quegli anime realizzate per il mercato dell'home video invece che per la trasmissione televisiva o la distribuzione cinematografica. Si tratta in genere di episodi speciali nei quali i personaggi vivono storie autonome dalla serie principale. Con l'avvento dei dvd si è cominciato ad usare l'acronimo
OAD (
Original Anime Dvd), che si differenzia sostanzialmente per il supporto e per il fatto che talvolta viene distribuito congiuntamente ad un'edizione speciale di un manga.
Odachi: spada lunga che si differenzia dalla classica katana per una maggiore lunghezza della lama, che misura circa un metro. A causa dell'eccessiva lunghezza, la spada viene portata sulla schiena anziché alla cintura.
Ohayou gozaimasu:
buongiorno, è il saluto usato al mattino per augurare un buon giorno quando ci si è appena alzati.
Ojama shimasu: formula di scusa formale usato quando si entra in casa altrui, letteralmente
scusate l'interruzione.
Ojou-sama: personaggio elegante e raffinato, abile in qualsiasi cosa e frutto dell'ammirazione generale.
Okaeri:
bentornato, è la formula di benvenuto rivolta a chi torna a casa, in risposta al
tadaima che pronuncia chi entra.
Okashii:
divertente, usato sia con il significato originale che in senso ironico.
Okatana: katana di lunghezza maggiore, con una lama che raggiunge i 70 centimetri.
Omae wo taosu: letteralmente
ti sconfiggerò, è la tipica frase di sfida, usata sia nei confronti di un nemico contro cui ci si sta per battere, sia contro un avversario che si sta per affrontare in qualche incontro sportivo. In genere ad accentuare l'espressione è il fatto che chi la pronuncia si trova in uno stato di obiettiva inferiorità.
Omake: termine che indica gli extra presenti nei dvd, contenenti scenette o parti ridoppiate dell'anime generalmente di natura comica.
Omoshiroi:
interessante, usato nel senso proprio del termine oppure in tono sarcastico per irridere un nemico.
ONA:
Original Net Anime, designa un anime concepito per essere diffuso solo in streaming su internet e su Web TV. Tranne qualche eccezione, questi anime non vengono mai trasmessi sui canali televisivi.
Onegai shimasu:
per piacere,
ti prego, usato talvolta con la semplice formula
onegai all'interno di una frase.
Oni: creature infernali simili ad orchi che impugnano una mazza ferrata.
Onna:
donna, ragazza.
Opening: sigla iniziale di un episodio anime, spesso presente anche nei lungometraggi d'animazione. Generalmente le sequenze mostrate sono tutte originali e non presenti nell'anime.
Orochi: o
Yamata no Orochi è un drago o serpente a otto teste ed otto code della tradizione shintoista. Conserva nella sua bocca la spada Kusanagi e viene sconfitto da Susanoo.
Otaku: generalmente inteso come appassionato di tutto quel che riguarda il mondo dell'animazione e del fumetto giapponese. Inteso inizialmente con accezione negativa, ha subito poi una sorta di riconsiderazione in positivo (analoga a quella del termine inglese
nerd), restando tuttavia ad indicare una passione morbosa e maniacale.
Otoko: letteralmente
uomo, nel senso di
maschio,
vero uomo. È la parola che Elfman Strauss di
Fairy Tail dice di continuo.
Owari da: letteralmente
è finita, espressione usata molto spesso nei combattimenti, soprattutto da personaggi malvagi, quando sembra che lo scontro sia ormai concluso. Si può considerare una sorta di segnale: quando qualcuno pronuncia queste parole stranamente lo scontro che sembrava finito si capovolge improvvisamente.
P
Prequel: antefatto di una trama, che presenta personaggi ed eventi che sono cronologicamente antecedenti a fatti già narrati.
Q
Q-version: traduzione inglese del termine cinese
Kiu ban, che indica una sorta di caricatura in stile anime di personaggi reali.
R
Ramen: piatto tipico giapponese a base di tagliatelle di frumento in un brodo di carne, pesce o verdure.
Ronin: guerrieri samurai rimasti senza padrone a causa della morte di quest'ultimo o del loro allontanamento per mancanza di fiducia.
S
Saionara: letteralmente significa
addio, ma oltre ad essere inteso come un congedo definitivo è usato anche con il significato del nostro
arrivederci.
Sama: suffisso onorifico che segue il nome di una persona e che indica il rispetto derivante da un titolo o da una carica ricoperta. E' usato anche per rivolgersi alle divinità, indica la forma massima di rispetto.
Samurai: guerrieri appartenenti ad una casta aristocratica, il cui compito era quello di proteggere il loro signore fino alla morte.
San: suffisso onorifico che segue il nome di una persona e che indica il rispetto che deriva dalla mancanza di confidenza. E' il suffisso usato nei rapporti con gli estranei, con persone più grandi d'età o con i propri superiori.
Sashimi: piatto tipico a base di pesce o carne crudi tagliati a fettine sottili e serviti con una salsa nella quale intingerli.
Scanlation: il termine, derivante dalla fusione di
scan (
scansione) e
translation (
traduzione), indica le pagine digitalizzate di manga che vengono tradotte e distribuite via internet dai fan.
Seinen: genere manga indirizzato ad un pubblico maturo. Le tematiche affrontate sono più adulte e i personaggi stessi sono degli adulti. Con “adulto” non si intende assolutamente l’elemento pornografico o sensuale, ma proprio un diverso corpus di argomenti indirizzato a una fascia generazionale diversa. L’azione è anche qui elemento dominante, ma è strumentale alla tematica della storia e molto di rado fine a se stessa.
Sekai:
mondo,
pianeta.
Seme: nel genere hentai indica il personaggio attivo in un rapporto fisico, ma rappresenta anche la persona dal carattere dominante.
Senpai: persona di pari grado ma con più anzianità di servizio, può essere sia il collega di lavoro più anziano che l'allievo più anziano di un dojo o di una scuola.
Sensei:
maestro, inteso in diversi sensi, sia come istruttore che come professore o medico.
Seppuku: suicidio rituale compiuto per espiare una colpa oppure per sfuggire ad una morta disonorevole per mano dei nemici. Allo scopo veniva usato il
tanto oppure la
wakizashi, praticando un taglio sul ventre da sinistra verso destra e poi in alto, stando inginocchiati con le punte dei piedi rivolte all'indietro. Nella tradizione orale è noto anche come
harakiri.
Sequel: seguito di una trama, con personaggi ed eventi apparsi già in altri episodi.
Shikkari shiro: espressione d'invocazione ad un interlocutore, per spingerlo a tenere duro e non mollare, letteralmente
resisti.
Shimatta: letteralmente
accidenti, è una comune espressione di disappunto.
Shinatsuhiko: dio del vento della religione shintoista, figlio di Izanagi ed Izanami.
Shine: forma imperativa, letteralmente
muori, rivolta di solito al nemico, dopo avergli inferto il colpo mortale.
Shinigami: letteralmente
dio della morte, indica il dio della morte mietitore di anime, anche se appare spesso in altre forme: se in
Death Note conservano il loro originario compito e aspetto, in
Bleach appaiono in sembianze umane e hanno il compito di traghettare le anime nell'aldilà.
Shinsoban: riedizioni di volumi manga contenenti pagine a colori e altri extra, talvolta presentano anche una copertina diversa dalla prima edizione.
Shishou:
maestro, dal significato più profondo rispetto a
sensei, indica una forma massima di rispetto verso la persona intesa come
maestro di vita.
Shitsurei shimashita: usato anche nella forma
shitsurei shimasu, è una formula di scusa formale, letteralmente
con permesso, usata quando si interrompe una discussione, si esce da una stanza o si vuole attirare l'attenzione di un interlocutore.
Shogun: titolo ereditario conferito dall'imperatore ai signori feudali che facevano funzione di dittatori militari. Tra il 1192 e il 1868 il Giappone venne guidato a tutti gli effetti da queste figure.
Shojo: genere manga indirizzato alle ragazze di età compresa fra i 13 e i 20 anni. L’elemento dominante è quello psicologico-amoroso, il contesto è molto spesso quello scolastico o quello fantastico. Solitamente si distingue dallo
shonen per la staticità delle trame e un tratto grafico più allungato.
Shojo-Ai: genere manga che tratta l’amore omosessuale fra giovani amanti femminili. Come per gli Shonen-Ai, le ambientazioni sono molto soft e la platonicità degli argomenti trattati non fa quasi mai ricorso a scene spinte.
Shonen: genere manga indirizzato ad un pubblico maschile adolescente, compreso per lo più fra i quattordici e i diciotto anni. L’elemento preponderante è l’azione, spesso e volentieri inserita in un contesto di fantasia o sportivo.
Shonen-Ai: genere manga che tratta l’amore omosessuale fra maschi. L’elemento sensuale è presente solo in una forma molto platonica e ovattata, e quasi mai si assiste a scene “spinte”, ma si cerca di analizzare questo tipo di amore da un punto di vista emozionale, più che da quello fisico.
Shotacon: genere manga che tratta l'attrazione, quasi sempre in senso sessuale oltre che affettivo, nei confronti di ragazzini.
Shuriken: armi da lancio che potevano avere una forma di chiodo oppure una forma di croce o stella con le punte. Potevano essere nascoste nel palmo prima di essere lanciate, in modo da sorprendere i nemici.
Sonotori: affermazione assoluta, traducibile con
certo,
sicuro.
Soshuhen: speciale edizione manga di formato grande (17x25 cm) con bonus, pagine a colori e un numero di capitoli maggiori rispetto al canonico
tankobon.
Spin-off: con questo termine si indicano le serie che hanno ambientazioni e personaggi di altre serie, ma nelle quali il protagonista è un comprimario della serie originale. Questo avviene per dare maggior risalto ad un determinato personaggio molto amato dal pubblico o per fare una parodia in stile
chibi.
Spokon: categoria del genere manga
seinen, le cui storie sono ambientate nel mondo dello sport ed hanno per protagonisti degli atleti. Il primo manga di questo genere è stato
Kyojin no hoshi (
Tommy, la stella dei Giants), mentre altri molto noti in Italia sono
Captain Tsubasa (
Holly & Benji),
Ashita no Joe (
Rocky Joe),
Attack no. 1 (
Mimì e la nazionale di pallavolo),
Ace o nerae! (
Jenny la tennista),
Attacker YOU! (
Mila e Shiro),
Slam Dunk e
Touch (
Prendi il mondo e vai).
Subarashii: letteralmente
meraviglioso, magnifico, bellissimo, espressione ricorrente, molto spesso usata da un personaggio per definire uno scontro contro un avversario fortissimo.
Sugoi/Sugee: letteralmente
fantastico, incredibile, impressionante, notevole, espressione tipica che indica grande meraviglia verso qualcosa o qualcuno.
Sumimasen: formula di scusa usata per richiamare l'attenzione del proprio interlocutore, oltre che per scusarsi di un errore.
Super deformed: stile di disegno caricaturale, nel quale i personaggi assumono fattezze che ricordano la fisionomia dei neonati, con la testa e gli occhi enormi e il corpo rotondeggiante. Viene utilizzato a scopi umoristici sia nelle serie in determinate scene volte a creare momenti di rilassamento, che negli spin-off caricaturali.
Susanoo: dio delle tempeste e degli uragani della religione shintoista, generato dal soffio di Izanagi.
Sushi: gamma di cibi a base di riso aromatizzato arrotolato (generalmente con pesce crudo, salmone o tonno) in una strisce di alga.
T
Tachi: spada lunga che si differenzia dalla classica katana per una lunghezza e curvatura maggiore della lama, che raggiunge fino agli 80 centimetri. Inoltre, invece di essere portata al fianco, questa spada viene agganciata alla cintura con la lama rivolta verso il basso.
Tadaima:
sono a casa, formula di saluto usata al rientro a casa, quando si varca la soglia, per annunciare il proprio ritorno.
Tankobon: indica il volume di una serie manga, che viene pubblicato periodicamente per raccogliere generalmente una decina di capitoli tra quelli già pubblicati settimanalmente in rivista, con tutte le pagine in bianco e nero, anche quelle pubblicate originalmente a colori. Sono questi volumi 13x18 cm che vengono poi tradotti e distribuiti all'estero.
Tanto: coltello con una lama di 30 centimetri che veniva agganciato alla cintura dietro la schiena ed era portato anche dalle donne, che lo utilizzavano per il
jigai.
Tasukete: invocazione e richiesta d'aiuto.
Teme o anche
yarou, letteralmente
bastardo.
Tengu: creature dalle sembianze di uomo e di uccello, con un lungo naso e dal colorito rossastro, che abitano le montagne.
Tomodachi:
amico.
Too: usato anche nella forma più onorifica
otoo, significa
papà e in base al suffisso che lo accompagna indica il rispetto e la familiarità.
Tsukuyomi: dio della luna della religione shintoista, nato dall'occhio destro di Izanagi.
Tsundere: stereotipo di personaggio che appare arrogante e malvagio, ma che poi si rivela essere buono e altruista. Presente in tantissimi anime/manga, di solito (soprattutto dopo che la sua vera natura viene svelata) è un tipo di personaggio molto amato dai fan.
U
Uke: nel genere hentai indica il personaggio passivo in un rapporto fisico, ma rappresenta anche il personaggio dal carattere remissivo.
V
Visual novel: giochi d'avventura interattiva con una grafica in stile anime. Ci sono delle immagini fisse dei personaggi del gioco con dei cartelli contenenti il testo del gioco.
W
Wakaranai: letteralmente
non lo so, forte negazione che spesso è una menzogna, detta per proteggere qualcuno.
Wakari masen: letteralmente
non capisco, detto anche in alcune situazioni nelle quali si cerca di fingere la propria ignoranza.
Wakari masu: Significa
capisco, usato spesso al passato prossimo
Wakari mashita (
ho capito), è una forma sintetica per chiudere una discussione tagliando corto ed assecondando l'interlocutore.
Wakizashi: spada corta tra i 30 e i 60 centimetri che veniva portata sempre dal samurai, anche quando non era in battaglia. Era lo strumento utilizzato per il
seppuku, il suicidio rituale.
Warui warui: formula di scusa confidenziale per piccole cose, letteralmente
colpa mia.
Watatsumi: dio dei mari della religione shintoista, figlio di Izanagi ed Izanami.
Wideban: volumi manga contenenti più capitoli dei classici
tankobon e di dimensioni maggiori.
X
Xenon: è il capo dei demoni, che compare in più opere, a partire dal
Devilman di Go Nagai. Al di sopra di lui solo Satana (chiamato anche Lucifero), l'angelo caduto. A differenza di questi, Xenon (chiamato anche Zenon) è un demone a tutti gli effetti, come i suoi sottoposti.
Y
Yabai: letteralmente
oh no, non va bene, che guaio, è un'espressione comune di disappunto.
Yamatsumi: dio delle montagne della religione shintoista, figlio di Izanagi ed Izanami.
Yamete: letteralmente
smettila o
finiscila, invocazione ad un interlocutore per farlo desistere da quello che sta facendo.
Yandere: stereotipo di personaggio che appare dolce e altruista, ma che poi si rivela perfido e malvagio.
Yangire: stereotipo di personaggio che si mostra gentile ed affettuoso, ma in realtà si rivela combattivo e brutale. Si distingue dallo
yandere perché non è spinto dalla malvagità nelle sue azioni.
Yaoi: genere manga nel quale l’amore fra maschi viene affrontato nella sua componente fisica, con scene esplicite di intimità fra i protagonisti.
Yare yare: esclamazione traducibile con la locuzione
oh cielo, usata dai personaggi che cercano di mantenere la pazienza, anche a volte viene usata per puro dileggio.
Yata no Kagami:
specchio sacro, si tratta di uno scudo bronzeo simboleggiante la saggezza e l'onestà.
Yokai: diversi tipi di creature spiritiche dotate di poteri soprannaturali.
Yokatta: espressione di sollievo, letteralmente
meno male, per in pericolo scampato.
Yonkoma: formato di striscia a fumetti composto di sole quattro vignette, generalmente usato per racconti umoristici. È simile alle
comic strip presenti nei quotidiani occidentali, ma compaiono anche su riviste e graphic novel.
Yorokonde: formula di risposta ad una richiesta, letteralmente
con piacere.
Yossha: esclamazione di giubilo, usata soprattutto nello sport, che si può tradurre con
evviva.
Yukoso: formula di benvenuto.
Yuri: genere manga che affronta il tema dell'amore omosessuale femminile dal punto di vista fisico, con scene esplicite di intimità tra le protagoniste.
Yurusenai: letteralmente vuol dire
imperdonabile, riuscire ad essere superiori o magari soltanto ad assestare un colpo al cattivone di turno viene letto da quest'ultimo come un'onta da lavare con il sangue. Insomma, per i cattivi di anime e manga non è concepibile essere colpiti o addirittura battuti da qualcuno che si ritiene inferiore. L'espressione è anche usata dai personaggi buoni nei confronti dei cattivi, per intendere
non ti perdonerò mai per aver compiuto un'azione nefanda.
Z
Zainichi: termine usato generalmente in senso dispregiativo e razzista che indica gli stranieri che vivono in Giappone, in particolar modo i coreani.
Zettai: i personaggi manga, in particolare i cattivi, sono spesso molto arroganti e si esprimono in termini decisi ed
assoluti appunto. Molto ricorrente è l'espressione
zettai ni, cioè
assolutamente.
Grazie a Neyla ~ Kiiroi Senkou per la preziosa collaborazione